Capita proprio un piccolissimo attimo prima che il sangue scenda, quando il mestruo ha appena aperto il varco al rinnovamento del grembo: è l’istante in cui senti l’anima sprofondare alle radici di un’angoscia buia che ti porta giù, giù, giù…verso gli abissi mortali del mare del silenzio.
Accade i primi giorni del mestruo, quei giorni in cui il sangue si è fatto deciso e perciò non è difficile accorgersi del suo scendere fra le mucose, anche perché non fluisce con continuità ma segue un suo ritmo.

Quindi, questa cosa che vi racconto, accade più volte, fateci caso…
Tutto si ferma e avverti come una stretta all’anima, una specie di contrarsi dello spirito, un richiamo interiore che mette a tacere senza replica pure il più intenzionato dei respiri per portarti verso la stanza più buia del tuo io.
E’ forse questo stringersi della vita dentro che somiglia ad una stretta al cuore e che anticipa con una sempre sorprendente precisione di istanti lo scendere del sangue.
Il cielo si oscura d’un colpo, l’anima si contrae e si ripiega tutta su di sè in una sorta di preghiera al cospetto dell’istante di morte che il ventre scandisce fluendo nella rossa onda del sangue.
E’ un’impennata dell’umore che quasi ti fa chiudere gli occhi come segno di corpo che si abbassa, che segue l’onda del ripiegamento e si fa annuncio dell’implosione rituale.
Poi gli occhi si rialzano e al contempo, con musicalità commovente, il sangue scende grato alla contrazione che lassù lo ha liberato.
Se stiamo attente, e il dolore ci può essere di nuovo di aiuto, il corpo avverte con chiarezza quella contrazione della caverna uterina che sta tra la stretta al cuore e la discesa del sangue.

Mi sono accorta di questo singolare stato d’animo, e di utero, un paio di anni fa, e nel momento in cui ne ho preso coscienza mi sono chiesta come avevo potuto non vederlo prima, era così chiaro, così preciso il segnale.
Ne ho parlato con le donne e alcune di loro si sono ritrovate nel mio raccontarmi e, fatto ancora più sorprendente e degno di essere condiviso, ho scoperto che un medesimo vissuto coglie la donna nel Passaggio della Menopausa prima della vampata di calore.
Un vero mistero questa ondate calde di energia che attraversano la donna scuotendola e lasciandola ogni volta un po’ più sopravvissuta.
Ma quello che chi non prova non sa, è che molte donne non sono intimorite dalla vampata di per sé, quanto da quello che accade prima e dopo l’onda di calore.

Qui, di nuovo qualche istante prima, l’anima si ripiega e un’angoscia potente avvolge la donna manifestandosi in varie forme tutte, spesso, buie.
Ho una cara amica che sta abitando questa terra dell’età di mezzo e mi racconta che spesso, poco prima della vampata, si sente sprofondare in un languore di morte tanto da avvertire sempre un gran bisogno di fare testamento!
Solo l’arrivo dell’ondata di fuoco, come quella del sangue, la libera da questa angoscia, come se una contrazione dell’essere precedesse l’onda di espansione.

Non so, ma so.
So che quando ascoltiamo il corpo, il corpo ci porta da noi, ad esplorare gli anfratti più oscuri, misteriosi, bizzarri e antichi di noi e della nostra storia e ciò che si scopre è, quasi sempre, molto utile a chi vuol essere ciò che è.