Spaventarsi e puntare i piedi, esserne in balia, esserne travolte, non vedere l’ora o non vederne l’uscita,
sentirsi in un labirinto, brividi di morte, eccessi di sangue, artigli che spuntano e giravolte di sonno, inabissarsi e riemergere,
la malinconia dell’ultimo sangue e l’assenza del ritmo,
attraversarla e poi… uscirne…
Ogni donna ha la SUA menopausa.
E’ possibile vivere la Menopausa informate, attrezzate e perfino un po’ più curiose ma serve parlarne fra donne e con un sostegno professionale che rivolga l’attenzione più alla salute che alle infinite insidie sbandierate da una società spaventata dal passare degli anni.
più Si tratta di una crisi e di un Passaggio evolutivo comunque delicato, semplice per alcune, complicato per altre.
Il confronto e la condivisione fra donne, insieme alla comprensione di quello che si sta vivendo o si potrebbe poi sperimentare, favoriscono la possibilità di viverla con più fiducia e consapevolezza permettendo di compiere le scelte di salute giuste per sé.
Purtroppo coesistono nella nostra cultura due tendenze opposte: o la si nega e non se ne vuole parlare scongiurandone il sopraggiungere peraltro inevitabile, oppure la si tratta come un ulteriore naturale difetto femminile medicalizzandola col rischio di “ammalarsi di menopausa”.
Per questo fa bene alle donne avere uno spazio aperto per esprimersi, capire, prevedere, fare domande, trovare suggerimenti e sdrammatizzare e non si chiarisce mai abbastanza che non si tratta di una fine ma di una trasformazione.
In menopausa infatti ci si entra, la si attraversa come se si passasse sopra un ponte e poi se ne esce con un nuovo equilibrio ormonale ed energetico più adatto alla donna che si trova, ai nostri tempi rispetto al passato, a viversi una nuova età prima di quella che chiamiamo vecchiaia.
Una femminista la chiamò L’età da inventare!
Entrare in menopausa, beninteso in modi e tempi fisiologici, non significa dunque smettere di essere donne, perché il femminile ha invece una preziosa opportunità di arricchimento.
Non va tuttavia minimizzato il vissuto di disagio di quelle donne che, per l’età, il modo in cui ci entrano (a volte indotte per problemi oncologici), le paure, i condizionamenti familiari e i sospesi, anche significativi, con la tematica procreativa, attraversano una crisi più impegnativa.
E’ infatti una tappa in cui si è invitate a fare un bilancio della vita per chiedersi a che punto si è rispetto al corpo, la salute, la procreatività e la creatività, la progettualità, le relazioni, la sessualità, la spiritualità, gli affetti, le aspettative, il ruolo e l’identità, che si trova a doversi ridefinire e non senza fatica.
Questo interrogarsi permette però di distinguere quanto di ciò che si vive sia responsabilità diretta della menopausa e quanto invece abbia a che fare più semplicemente con il passare degli anni e i fatti della propria vita.
Gli altalenanti umori e la malinconia ogni tanto all’uscio, riflettono gli sbalzi ormonali ma non causano la depressione, semmai è loro la responsabilità di rendere la donna, come altri momenti di passaggio (mestruo e puerperio) più “sensibile” e perciò più autentica, più consapevole ma forse anche un po’ più vulnerabile.
Il pericolo sta nello spaventarsi e fermarsi, l’opportunità sta nell’accettare il cambiamento, rivedere la propria vita e crescere, imparare a soddisfare i nuovi bisogni riconoscendo i nuovi limiti: forse un momento giusto per rimettersi al mondo.
E per rinascere…ci vogliono le Ostetriche!